26 aprile 2012

…. Di ritorno da BOSTON tra sogno e realtà


Stento ancora a crederci e ancora adesso ragionando a 10 giorni dalla gara l’incredulità la fa da padrone nel momento in cui mi ritornano in mente i momenti (aimè) difficili che hanno caratterizzato la trasferta in terra americana. Preferisco partire dal finale, dal momento in cui ho attraversato lo striscione dell’arrivo, il momento più atteso, liberatorio e felice nel racconto di una delle maratona (se non la prima) “più complicata” che sino ad oggi ho corso.
Il 2h52’21’’ rappresenta la mia peggiore prestazione se si esclude la maratona all’esordio nel 1990 a Cesano Boscone corsa in 3h02’ (altri tempi!!). Correre BOSTON rappresentava per me un sogno, già dalla fine degli anni 80 seguivo in televisione l’evento, è ancor prima di NewYork era per me la maratona di riferimento e la speranza era un giorno riuscire ad essere ai nastri di partenza.
Dopo tanti anni quest’anno la decisione di andare grazie anche ad alcuni SPONSOR che ci hanno sostenuto economicamente (anche mio fratello PAOLO era con me). Tutto non è filato nel verso giusto, il finale non è stato di quelli travolgenti o a lieto fine come succede nei migliori film, ma la MARATONA, la regina dell’atletica, è una gara diversa dalle altre, molti sono i fattori spesso negativi che bisogna affrontare durante lo sforzo e non sempre il risultato, il premio, le aspettative, sono proporzionali all’impegno e al sacrificio profuso durante i mesi che precedono l’evento.
Rendervi partecipe di quello che mi è successo rappresenta per me un modo per scaricare tutta la tensione accumulata e cercare di voltare pagina. La partenza dall’Italia era fissata nella mattinata del Venerdì  13 Aprile, ma già dal giovedì il 38,2 di febbre era il segnale che qualcosa non andava, peggioro nella notte tra il giovedì e venerdì con forti crampi addominali e diarrea (forse un virus intestinale). La decisone di andare era ormai presa e il volo per raggiungere BOSTON è stato tremendo. Il sabato, quando la febbre era scomparsa ma i crampi erano ancora forte, ragionavo sulle possibilità di prendere il via Lunedì visto che non ero riuscito neanche a correre 8km a 5’ al km. La decisione non era di quelle facili anche perché avevo perso molti liquidi e non mi ero alimentato a dovere per via dei problemi allo stomaco. Domenica la situazione un tantino migliorava grazie ad uno sciroppo e a delle spremute di limone che riducevano gli effetti “collaterali” del virus anche se l’addome era molto indolenzito. Ma gli imprevisti evidentemente non erano ancora finiti, la notizia dell’aumento considerevole della temperatura nei giorni di lunedì e martedì e con annunci da parte dei telegiornali di valutare seriamente se correre a meno la maratona il lunedì (alla fine 4200 atleti non si sono presentati al via nonostante il ritiro del pettorale) era la ciliegina finale sulla torta. Inconsciamente la decisione era ormai presa, dopo quattro mesi di preparazione,  10 ore di volo, sacrificio fisico ed economico, il minimo era partire e valutare poi l’evolversi in gara della mia situazione fisica, avendo tralasciato il problema dell’alta temperatura che stentavo a credere vero visto che prima della partenza dall’Italia il lunedì a Boston le previsioni erano minima 7 gradi e la massima 19 gradi.
Il lunedì sveglia alle 04:15 per raggiungere le navette che accompagnavano noi atleti ad Hopkinton. Giunti al villaggio atleti, già alle 09:00 la temperatura era sopra i 20 gradi con il sole alto, purtroppo mi sono reso subito conto che la giornata avrebbe rappresentato per me e per le mie condizioni al limite, la fine di ogni velleità agonistica che una maratona del genere può darti. Siamo in griglia, la temperatura tocca i 25 gradi, ormai manca poco per l’inizio della “grande avventura”, mi ritrovo in seconda fila dietro gli atleti d’elitè, un’atmosfera strana mi circonda, neanche un minimo di adrenalina mi scuote sono già consapevole che l’impresa di arrivare al traguardo sarebbe stata dura. Alle dieci esatte il via mi ricorda che la gara è iniziata, dimentico per un attimo le paure e giù per la discesa che ci accompagna per il primo km percorso al ritmo di 3’21’’ esageratamente forte  ma la discesa non era da meno, passano pochi minuti ed affronto la prima salita della giornata 200m forse 300m belli tosti a ricordare alle gambe che niente in questa gara è regalato, secondo km a 3’40’’,il ritmo ideale se fossi stato in condizioni buone.
Le sensazioni non sono molto buone, le gambe sono imballate e sono molto pesante nell’azione di corsa, tutto previsto non poteva essere diversamente altrimenti sarei stato un marziano, il ritmo nei successivi km non è male anche se non molto costante per via dei sali e scendi continui con un passaggio al 5km in 18’.
Il caldo inizia a farsi sentire e già dai primi ristori tutti a caccia di acqua e sali. Anch’io sento il bisogno esagerato di bere, non posso fare diversamente i liquidi persi nei giorni precedente non sono riuscito a reintegrarli, i km passano seppur lentamente e le condizioni sia climatiche che fisiche peggiorano, con molta fatica riesco ad arrivare al 10km passaggio in 36’20’’ direi in senso ironico eccellente.
Qui che la mia gara agonistica finisce, i troppi liquidi ingeriti scatenano la reazione del mio stomaco già disturbato nei giorni precedente e intorno al 15km sono costretto a fermarmi nel primo bagno chimico disponibile. La sosta dura non molto ma suona per me il primo campanello di allarme che mi dice di fermarmi, troppa la fatica e il traguardo è ancora lontanissimo, ma in un attimo mi ritrovo fuori e con una grande forza di volontà riprendo a correre.
Il passaggio alla mezza è già un calvario 1h20’20’’ con il ritmo che adesso è di un buon allenamento anche se la fatica non è la stessa. Mi passano in molti, ma io non ho la forza di reagire, pessimo segnale anche perché il difficile deve ancora arrivare ci sono 4 salite impegnative da affrontare tra cui la mitica Heartbreak Hill. Il ritmo ormai è quasi da fondo lento, le energie sono esaurite, la temperatura è sopra i 30 gradi e l’umidità sfiora l’80%, i ristori diventano un’ ancora di salvataggio per rinfrescarmi e abbassare un po’ la temperatura corporeo, a livello muscolare sono quasi al limite, i quadricipiti fanno un enorme fatica e non riesco più a reagire, sono solo al 30km.
Il traguardo è ancora lontano e l’idea di abbandonare si fa più forte soprattutto dopo la seconda fermata forzata ai bagni chimici, quasi al passo lentamente cerca di riprendere a correre, il ritmo è sui 4’40’’ al km e non posso fare altro che cercare la concentrazione massima per giungere all’arrivo.
Negli ultimi km, spendo le ultime energie, intravvedo nel lungo rettilineo finale lo striscione d’arrivo, un pizzico di orgoglio riaccende la fiammella, eccolo è fatta, dal sogno alla realtà ho concluso la mitica BOSTON MARATHON.
GB

11 aprile 2012

Un quadretto di FAMIGLIA


















Si parte destinazione MARATONA DI BOSTON, la foto è un quadretto di FAMIGLIA non solo mio fratello ma anche mio padre (quello con il berretto). Aggiungo solo una cosa per chi vorra seguirci i nostri pettorali sono il 305 e il 1232 il link è il seguente:
http://www.baa.org/races/boston-marathon/event-information/att-athlete-alert.aspx
registratevi riceverete in tempo reale i parziali ogni 5km e posizione e tempo finale.

A presto
GB

01 aprile 2012

1h13'25'' alla mezza di AGROPOLI



















... e con questa sono quattro dall'inizio dell'anno. Da Venafro dell'8 Gennaio ad Agropoli dell'1 Aprile con nel mezzo la ROMA-OSTIA e la STRAMILANO.


Una mezza che merita di essere corsa un'organizzazione molto attenta negli ultimi anni alle esigenza di noi atleti, un percorso con attraversamento dei TEMPLI di PAESTUM che si presta per degli ottimi rilevamenti cronometrici.


La mia gara è stata molto buona, le sensazione rispetto alla STRAMILANO corsa in apnea, sono state molto buone e il riscontro cronometrico fino al 17km mi dava una proiezione intorno all'1h12'45'', poi ho pagato un pò, forse la STRAMILANO stessa, forse il vento e un pò il caldo, ma va bene lo stesso, in fondo l'obiettivo rimane BOSTON e il 16 Aprile si chiuderà questo ciclo di preparazione, spero bene ma vada come vada sarà un successo.


E' stato l'ultimo test in gara, una gara che dal punto di vista della qualità vedere la classifica per credere, ma anche della quantità non è inferiore a molte altre mezze forse più blasonate. Adesso ultime due settimane di rifinitura prima della partenza fissata per il 13, per la strategia gara c'è ancora tempo.


A presto


GB